mercoledì 3 giugno 2009

Vincere!

In Vincere! abbiamo visto il miglior Bellocchio, un'opera perfetta della sua maturità, così perfetta che non manca di difetti, quelli, forse, che gli sono costati la mancata e scontata vittoria a Cannes. Cominciamo dalla storia, o meglio dalla microstoria : Ida Dalser ( Giovanna Mezzogiorno ) conosce a Trento il giovane socialista miscredente Benito Mussolini ( Filippo Timi ) che sfida Dio mostrando un orologio e chiedendo di essere fulminato all'istante entro 5'. Dio non si manifesta e il giovane Mussolini crea confusione e ammirazione. E' da questa ammirazione-fascino Ida viene presa e si dà a lui perdutamente, dandogli il primo figlio, Benito Albino e facendosi sposare come legittima consorte di Benito Mussolini. Ma il tempo non è 5' e passa inesorabile: il giovane socuialista diventa fascista e Duce e rinnega il suo passato politico e familiare. Solo Ida continua a credergli senza tregua, a cercare in Lui l'amante, il marito, forse il suo Dio, ma quel Dio non ascolta la voce del cuore, ma solo la voce delle convenienze e solo la propria roboante voce: Vincere! Ida diventa scomoda, pericolosa e peggio è suo figlio, Benito Albino. Entrambi vengono rinchiusi in manicomio; Ida cerca un impossibile riscatto ma per lei non c'è alcuna speranza, né ve ne sarà per Benito Albino ( lo stesso Timi ). La storia nel film passa in secondo piano: è solo nelle immagini proiettate dell'Istituto Luce, quello che resta è una passione e un martirio ( significativa la scena con la proiezione della Passione di Cristo sulla parete e sul soffitto del manicomio ) che Giovanna Mezzogiorno rende con commovente partecipazione, attraverso una recitazione misurata anche nei momenti di maggiore disperazione. Straordinaria la scena in cui sale sulla grata del manicomio mentre fuori nevica. Anche molto significativa è la scena simbolica in PPP della mano di Mussolini insanguinata mentre stringe la giovane Ida, appena conosciuta : un segno di una vita segnata dalla violenza cieca che non si ferma nemmeno davanti all'amore. Vi è un altro simbolo che occorre segnalare, quello dell'orologio in PPP mostrato all'inizio ed alla fine : la sfida a Dio che sembrava vinta all'inizio, è definitivamente persa alla fine, Mussolini ha negli occhi l'ombra della paura, non è più spavaldo e sicuro di sé anche sè ancora giovane e ignaro della sua vita. E' come se in quell'attimo fosse scosso dal dubbio : l'immagine del suo busto di bronzo schiacciato da quello stesso popolo che prima lo aveva osannato è significativa. Un'altra scena che mi è parsa riuscita e fortemente simbolica è quella in cui il giovane amante Mussolini appare nudo al balcone della piazzetta di Trento mentre la sparuta folla in basso si trasforma in quella oceanica ed osannante di Piazza Venezia. In quel momento Mussolini si sente il superuomo dannunziano e sente di avere in pugno la storia. Ma la storia non sono i 5' dell'0rologio la storia può anche durare 20 anni, ma alla fine presenta sempre il conto. Vincere! è un'opera superba con la quale il cinema provincialotto italiano entra di prepotenza nella grande tradizione del cinema mondiale. Certo i difetti non mancano: la figura di Ida è solo quella di una donna passionale, non si comprendono i suoi veri intenti politici : è socialista?è fascista? Donna Rachele, seconda legittima moglie del Mussolini duce e bigamo è vista come una ignorante contadinotta intenta a dar da mangiare alle galline, ma non era così! la sovrapposizione dei documentari alle immagini del film in qualche caso è eccessiva, ritarda è appensantisce il discorso filmico, la recitazione di Timi, perfetta per Mussolini, è un pò troppo carica e straniante nell'interpretazione di Benito Albino. Per il resto resta una Giovanna Mezzogiorno da oscar.